07 febbraio 2008

La Repubblica del 7 febbraio 2008

CRACK VIGILANTES DELL'URBE INCHESTA SU BUCO 80 MLN DI EURO
La svendita di alcuni immo­bili d 'oro nel cuore di Trasteve­re e il progressivo svuotamen­to delle casse della Ancr-Istituto vi­gilanza Urbe che ha portato a un buco di 80 milioni di euro. Sono i filoni principali dell'inchiesta del sostitu­to procuratore Paolo D'Ovidio sulla gestione del più antico istituto di vi­gilanza della capitale. L'indagine dei carabinieri del nucleo operativo, coordinata dal maggiore Lorenzo Sabatino, vuole accertare se alcune operazioni finanziarie siano servite a nascondere guadagni illeciti.
Sotto la lente della procura è la ge­stione dell'Urbe da tre anni sull' orlo del fallimento con mille dipendenti a rischio licenziamento e la prospet­tiva di una vendita in blocco a van­taggio di qualche grande società di vigilanza. L'Urbe che ha la particolarità di essere nato da una costola dell' Associazione nazionale combat­tenti e reduci ( un ente morale che percepisce contributi dal ministero della Difesa e dalla Presidenza del consiglio dei ministri ma anche fi­nanziamenti della Comunità euro-pea per corsi di formazione) verreb­be così privatizzato nonostante le denunce dei sindacati e numerose interrogazioni parlamentari.
Sono molte le ombre che avvol­gono lo stato di crisi che ha travol­to il gruppo di guardie giurate del­la capitale. Da anni, il Savip ha se­gnalato in vari esposti inviati la cattiva amministrazione dell'isti­tuto che ha generato un buco, sti­mato dalla commissione prefettì­zia, di circa ottanta milioni di eu­ro. Ieri i lavoratori dell'Ancr-Urbe sono tornati a manifestare per ri­badire che venga fatta chiarezza sui conti in rosso che hanno por­tato al commissariamento e al­l' amministrazione straordinaria dell'Urbe. Il curatore fallimentare Lucio Francano nel certificare un buco di oltre 80 milioni ha eviden­ziato «comportamenti negligenti o dolosi perpetrati a livello dirigenziale». «I dipendenti dell'isti­tuto hanno lo stipendio congelato da settembre e hanno percepito solo acconti - spiega Vincenzo Del Vicario del Savip - Si vuole far rica­dere sui lavoratori i debiti dovuti a scelte dirigenziali sbagliate. Sia­mo di fronte a una Parmalat della vigilanza». Ed ancora: «Chiedia­mo - aggiunge Del Vicario - che vengano analizzati i bilanci dell'Ancr-Ivu degli ultimi anni, per chiarire che fine abbiano fatto i fondi ricavati dalla vendita di so­cietà e immobili. Ma anche di verificare se dirigenti dell'Ancr-Ivu abbiano compiuto scelte negli­genti o dolose a svantaggio del­l'Urbe in palese conflitto d'inte­resse avendo cariche sociali in al­tre società interessate all'acqui­sto dell'istituto».

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