23 ottobre 2009

Interpellanza parlamentare On. Ciocchetti



Atto Camera Interpellanza urgente 2-00489 presentata da LUCIANO CIOCCHETTI martedì 29 settembre 2009, seduta n.222 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che: i dipendenti dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (ANCR), impiegati come guardie giurate presso la Federazione provinciale di Roma Istituto vigilanza Urbe, lamentano lo stato di precariato in cui versano ormai da circa quattro anni; i lavoratori protestano contro il cambio di gestione dell'ente, trasformato in soggetto privato. Il passaggio da dipendenti pubblici ad addetti di un'impresa privata comporterebbe un peggioramento delle condizioni contrattuali, un salario minore e tutele più basse; sono in corso da settimane manifestazioni delle guardie giurate, che chiedono «un intervento del governo a soluzione della vertenza, che garantisca loro di continuare a lavorare con gli stessi diritti e requisiti già posseduti»; giova ricordare che all'Associazione nazionale combattenti e reduci è stata riconosciuta, con regio decreto n. 850 del 19 aprile 1923, l'esclusiva rappresentanza nonché la tutela degli interessi morali e materiali dei combattenti e reduci presso il Governo e che con regio decreto n. 1371 del 24 giugno 1923 veniva eretto in ente morale, con scopi e funzioni sociali e di assistenza nei confronti della categoria dei combattenti e reduci; dopo alcuni tentativi di distaccare i dipendenti dell'ente e di cedere il ramo di azienda, il presidente dell'ANCR si è rivolto persino al tribunale civile di Roma, sezione fallimentare, per chiedere l'applicazione della legge n. 270 del 1999 in materia di stato di crisi delle grandi imprese: richiesta rigettata per due volte in quanto non applicabile ad un ente morale; in una nota integrativa al giudice, il Presidente dell'ente dichiarava che sia la federazione che l'istituto di vigilanza urbe erano soggetti autonomi rispetto all'ente morale ma, successivamente a tale nota, il Tribunale di Roma dichiarava lo stato di insolvenza della sola federazione provinciale di Roma dell'ANCR; i dipendenti si sono opposti a tali soluzioni in quanto gli stessi risultano essere dipendenti diretti dell'ente ANCR ed iscritti all'INPDAP e temono di perdere le relative garanzie occupazionali e tutti i diritti ad esse connesse; a sostegno delle tesi dei dipendenti è stata fatta una ricerca storica inerente alla reale condizione giuridica dell'ente morale e dell'annesso Istituto di vigilanza da cui emerge in maniera inequivocabile la posizione giuridica dei dipendenti dell'ente ANCR; tra l'altro, la Procura di Roma ha acquisito documentazione inerente alla vicenda e disposto sequestri presso le sedi dell'ANCR; l'anomalia del caso e gli atti giudiziari in corso dovrebbero consigliare maggiore prudenza nell'adozione di atti da parte di tutti i soggetti interessati alla scissione dell'Istituto di vigilanza dall'ente ANCR -: se non ritengano di adottare urgenti iniziative volte a trovare una soluzione alla vicenda evidenziata in premessa, nel rispetto dei legittimi diritti dei dipendenti e nel rispetto delle leggi che disciplinano gli enti di identica natura. (2-00489) «Ciocchetti, Dionisi, Vietti, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Cera, Ciccanti, Compagnon, De Poli, Delfino, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Mereu, Mantini, Mondello, Naro, Occhiuto, Pezzotta, Pisacane, Poli, Rao, Ria, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi».

21 ottobre 2009

Birra e salsicce


300 persone inocccupate alle quali non èstato concesso nessun sostegno economico.

Trecento lavoratori qualificati nel settore sicurezza che hanno superato i corsi finanziati dalla regione lazio sono stati scippati della loro dignità professionale, ma non della voglia di lottare. Il paradossso assurdo ed inaccettabile è che questi lavoratori si trovano in uno stato di limbo nel quale non risultano licenziati dall'ANCR ma non possono più lavorare all'interno della stessa asssociazione inquanto il presidente non li riconosce come propri dipendenti. Pertanto pur avendo la disponibilità della regione lazio(http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/dettaglio_comunicati.php?vms=172&vmf=&id=1629) alla concessione della cassa in deroga, non esiste un interlocutore che possa attivare materialmente questo sostegno, così come prescrive la legge.
Intanto sono già 2 anni che i lavoratori hanno fatto opposizione alla sentenza del tribunale fallimentare ( http://ancrivu.blogspot.com/2007/12/ricorso-del-26-ottobre-2007.html) che ha dichiarato lo stato di insolvenza di una parte dell'ente morale alla quale , per l'occasione è stata aperta una partita iva e conseguente iscrizione alla CCIAA.
Ci auguriamo che presto si possa arrivare alla sentenza definitiva, perchè proprio grazie ai ritardi dell'amministrazione giudiziaria i lavoratori sono stati messi di fronte alla drammatica scelta di continuare a lavorare e perdere tutti i loro diritti, oppure continuare a lottare ma senza un sostegno economico derivante dall'attività lavorativa.
Tutte le parti istituzionali competenti sul territorio, interpellate e sollecitate, si sono dimostrate disponibili ad arrivare in maniera congiunta e rapida ad una soluzione positiva della intera vicenda.
La concessione della cassa in deroga, se mai avverrà, sarà una boccata di ossigeno per noi lavoratori e per le nostre famiglie fermo restando che l'obiettivo resta il posto di lavoro.
Domani si discute l'art. 700 e l'opposizione al tribunale fallimentare... sicuramente un giorno importante.
Vedremo in che tipo di paese stiamo vivendo.

18 ottobre 2009

LAZIO: MARIANI, VERTENZA VIGILANTI ANCR, SUBITO AMMORTIZZATORI SOCIALI

(IRIS) - ROMA, 16 OTT - “Questa mattina ho preso parte all’incontro, svoltosi presso la Presidenza della Regione Lazio, con una delegazione dei vigilanti dell’ANCR, in vertenza aperta ormai dallo scorso mese di agosto”. Lo dichiara in una nota Peppe Mariani, Presidente della commissione Lavoro, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e Politiche Sociali della Regione Lazio. “Si tratta – prosegue Mariani – di trecento persone inoccupate, alle quali, peraltro, non è stato ancora concesso un sostegno economico. In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui si dà la massima importanza alla sicurezza, lavoratori, qualificati proprio in questo settore con corsi finanziati dalla nostra Regione, perdono non soltanto la loro dignità professionale, ma non riescono ad ottenere ammortizzatori sociali per poter far fronte alle difficoltà economiche quotidiane. Il tratto più assurdo e inaccettabile di questa situazione, è lo stato di limbo nel quale si trovano questi lavoratori, che non risultano licenziati dall’ANCR, dove però non possono più lavorare. Ne consegue che la commissione da me presieduta, pur avendo dichiarato, in accordo con l’Assessore al Lavoro, la disponibilità della Regione alla concessione della cassa integrazione in deroga, non possiede un reale interlocutore, qualcuno che stia materialmente dall’altra parte del tavolo di confronto. Credo, allora – continua Mariani - che l’incontro di questa mattina, preceduto da una mia mozione presentata il 7 ottobre e votata in Consiglio Regionale all’unanimità, sarà finalizzato a coinvolgere in modo definitivo tutte le parti istituzionali competenti sul territorio, ed arrivare in maniera congiunta e rapida ad una soluzione positiva dell’intera vicenda. In questo senso – conclude Mariani – sarà anche determinante l’udienza fissata per il giorno 22 ottobre da parte del Tribunale del Lavoro di Roma. Mi auguro, infatti, che quest’ultimo possa agevolare e concretizzare le procedure per la concessione della Cassa Integrazione in Deroga. Dopo questo primo passo, fondamentale per le famiglie di questi lavoratori, sarà necessario elaborare nuove strategie di riassorbimento occupazionale, che non permettano la dispersione di tali professionalità”.

LAZIO: CONSIGLIO, APPROVATA MOZIONE PER LAVORATORI ANCR-IVU

(ASCA) - Roma, 7 ott - Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Bruno Astorre (Pd), ha approvato all'unanimita' una mozione presentata da Peppe Mariani (Lista civica per il Lazio) a sostegno dei lavoratori dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr) impiegati come guardie giurate presso la Federazione provinciale di Roma Istituto Vigilanza Urbe (Ivu).''Nonostante il clamore suscitato dalle azioni di protesta - ha detto Mariani - nonostante i molti incontri con rappresentanti istituzionali e la lettera che io stesso ho inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non e' ancora stato fatto nessun atto concreto che vada nella direzione sperata''.''Per questo motivo'', ha aggiunto Mariani, ''ho presentato questa mozione in Consiglio Regionale nella quale chiedo alla Giunta e al Presidente Marrazzo di impegnarsi su tre precisi punti: l'applicazione della Cassa Integrazione in deroga per i 300 lavoratori che non hanno accettato di presentare le dimissioni volontarie; la promozione di qualsiasi iniziativa per la costituzione di un tavolo interistituzionale con tutte le parti interessate per affrontare in modo congiunto la vicenda; il riassorbimento occupazionale per questi lavoratori nelle attivita' di monitoraggio del territorio''.La mozione impegna il Presidente e la Giunta anche su un quarto punto, sintetizzato in Aula dal consigliere Giovanni Carapella (Pd). ''Chiediamo alla Regione - ha detto Carapella- di impegnarsi nei confronti del Governo e dei Ministeri competenti affinche' il Commissario straordinario dell'Ancr non lasci nel limbo i lavoratori ex Ivu''.Carapella ha poi ribadito l'importanza della richiesta di cassa integrazione in deroga, ''per la quale - ha detto - la Regione e' gia' disponibile''. Il Consiglio regionale ha anche approvato un odg presentato dal vicepresidente del Consiglio Bruno Prestagiovanni (An-Pdl) che ''impegna il Presidente della Giunta della Regione Lazio ad intervenire al fine di porre in essere ogni possibile iniziativa tesa ad ottenere che dal Governo venga garantita la stabilita' d'impiego riconosciuta per legge ai dipendenti dell'Ancr e, quindi, alle stesse guardie giurate dell'Ivu''.