BURGIO, PAGLIARINI e VACCA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, eretta con regio decreto 24 giugno 1923, n. 1371 in Ente Morale avente personalità giuridica, è soggetta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri e della Corte dei conti cui vengono sottoposti - tra l'altro - i bilanci; l'Associazione è articolata in Federazioni provinciali che, pur se svolgono attività in senso lato di impresa, costituiscono articolazioni locali dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, che rimane tuttavia titolare di una esclusiva personalità giuridica rispetto alle proprie articolazioni; l'Associazione è definita ente pubblico da numerosi elementi normativi e non (fra gli altri legge 18 agosto 1978, n. 481 e compendio del Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, Ispettorato Generale di Finanza, avente ad oggetto «Enti ed organismi pubblici non territoriali, diversi dagli organi costituzionali»); tale Associazione - per il tramite della Federazione Provinciale di Roma -, gestisce, mediante l'Istituto di Vigilanza dell'Urbe, attività di vigilanza che impiega circa 1.100 lavoratori con fatturato che ha raggiunto anche i 50 milioni di euro; l'Istituto di vigilanza dell'Urbe e l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci sono un'unica realtà tanto che utilizzano la stessa Partita IVA, lo stesso Codice Fiscale e lo stesso Regolamento interno; da tempo sono in corso iniziative degli amministratori dell'associazione aventi ad obiettivo la cessione del ramo di azienda ad altri soggetti esercenti la medesima attività, attraverso trattative di tipo privatistico senza l'esperimento di apposita procedura ad evidenza pubblica; è in corso presso il Tribunale Ordinario di Roma - Sezione fallimentare - un procedimento per la dichiarazione di insolvenza dell'Istituto di Vigilanza dell'Urbe; tali gravi tensioni finanziarie sono dovute anche a dismissioni di servizi svolti e a mancate partecipazioni a gare promosse da committenti pubblici e privati quasi che un disegno preordinato alla svendita dell'Istituto regolasse l'azione degli amministratori in carica; il patrimonio pubblico rischia di essere fortemente depauperato dal perpetuarsi di tale gestione aziendale; la stabilità del posto di lavoro sembra spesso posta in dubbio anche dal «suggerimento» dato dai vertici aziendali ai lavoratori di dimettersi dall'Istituto di vigilanza dell'Urbe per aderire, in qualità di soci, ad una cooperativa di servizi analoghi -: quali iniziative il Governo abbia intrapreso o intenda intraprendere per esercitare il controllo sull'attività svolta dagli amministratori della Federazione Provinciale di Roma dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci al fine di tutelare il patrimonio pubblico così minacciato e salvaguardare i livelli occupazionali. (4-05402)
RISPOSTA
Per meglio comprendere le questioni sollevate con l'interrogazione in esame, è opportuno premettere alcune considerazioni sulla natura giuridica dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr), nonché sulla specificità e peculiarità delle relative competenze. Il sodalizio in argomento è un ente morale di natura privata ed aderisce alla Confederazione italiana delle associazioni combattentistiche e partigiane ed i relativi negozi giuridici hanno luogo secondo la legislazione ordinaria vigente ovvero secondo il Codice Civile. Al riguardo, si deve sottolineare che ai sensi dell'articolo 115 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977, l'ente in questione ha assunto personalità giuridica di diritto privato. Con i successivi decreti del Presidente della Repubblica 30 settembre 1982 e 10 marzo 1986, modificativi dello statuto associativo dell'Ancr, è stata ribadita la natura di persona giuridica privata. In tale contesto, è utile ricordare anche le relazioni della Corte dei Conti sul risultato del controllo della gestione finanziaria dell'Ancr per gli esercizi finanziari del 1999/2000 e del 2001/2002, che hanno espressamente riaffermato che l'Associazione «è persona giuridica di diritto privato». Circostanza, quest'ultima, ribadita anche da costante giurisprudenza sia della Magistratura contabile che della Corte di Cassazione che hanno sempre affermato la natura privatistica del sodalizio. Ciò detto, l'attività dell'Ancr per potersi correttamente esplicare, deve necessariamente assumere rilevanza esterna, in quanto la stessa è un soggetto giuridico dotato di poteri, di diritti, di doveri e di obblighi, nei limiti delle attribuzioni e degli scopi statutari. Da quanto sopra esposto, si evince in maniera abbastanza chiara che le peculiari questioni sollevate con l'interpellanza in argomento riguardano, in via esclusiva, profili di natura patrimoniale tra il vertice associativo dell'Ancr e le sue articolazioni locali, e tra queste ultime e l'Istituto di vigilanza dell'Urbe (Ivu). In buona sostanza, si tratta, nel caso di specie, di rapporti civilistici in essere tra strutture di un sodalizio avente natura privata e regolati, perciò, dal Codice Civile. Proprio la peculiare tipologia di tali rapporti, pertanto, non consente un intervento della Difesa nel senso auspicato dagli interroganti, poiché si tratta di materia preclusa a qualunque intromissione estranea al sodalizio. Infatti, i rapporti tra il Ministero della difesa e l'Associazione riguardano esclusivamente l'attività sociale dell'Ente (legata alla tutela degli ex combattenti ed agli scopi morali tesi alla solidarietà nazionale), esercitando la vigilanza con riferimento alle sole attività associative riconducibili agli interessi ad alle specifiche attribuzioni della Difesa, con particolare riguardo alla utilizzazione e alla gestione dei fondi erogati ai sensi della legge 20 febbraio 2006 n. 92. Conseguentemente, il Ministero della difesa rimane assolutamente estraneo alle attività imprenditoriali svolte dall'Ente attraverso l'Ivu ed ai rapporti tra l'Ancr ed i dipendenti del citato istituto di vigilanza. Si ricorda, infine, che l'Amministrazione militare non ha alcuna competenza in ordine alla vigilanza sull'attività di gestione dei vertici né in ordine al controllo sui bilanci dell'Associazione stessa. Il Ministro della difesa: Arturo Mario Luigi Parisi.
9 commenti:
ltro che babbo Natale! Solo i chiacchieroni o i furbacchioni chissà da chi sponsorizzati potevano aspettarsi un dono dalla befana: la Corte di appello ha fatto chiarezza sulle menzogne rifilate ai dipendenti in buona fede. amici svegliatevi qualcuno vi sta fregando perchè qualcuno lo sta pagando! povero vecchio sindacalismo nelle tasche di questi sciacalli!!!
sei uno sporco tirapiedi di giannino tu che mandi certi messaggi.
vergognati fai schifo assomigli tanto al sellerone sindacalista amico degli amici.
ma come fai a guardare in faccia i tuoi figli(se c'e l'hai)o tua moglie.
sei solo un burattino nelle mani di giannino......
rivolto al tirapiedi di giannino che infanga il nome di chi ha dato molto a questa causa.
ma a casa tua che ciai li specchi di legno? o sei come i vampiri che allo specchio non si riflettono!
A tesserati der savip.....
sputate n'faccia ar pertica,perche mo je danno li gradi de maresciallo...
slurp,slurp,slurp......
Se è vero che ar Sellerone Jè danno li Gradi è nà conferma de quello che sospettiamo,se non Jè li danno è perchè glie li danno dopo.....come sia sia è sempre un venduto.
Cari colleghi attenti al sellerone
amico degli amici.
come se dice a roma:a du palmi dar culo mio!!
er sellerone critica sempre gli altri,e lui se guarda bene i cazzi suoi,poi dice che fà gli interessi dei lavoratori.però gli altri stanno a stecchetta lui se spara 100 ore de straordinario ar mese.ONESTO, MOLTO ONESTO, MA MOLTO ONESTO,MOLTO PARACULO,MA MOLTO PARACULO
ma io mi domando come mai certi sindacalisti vanno a trattare per i gradi senza aver mai fatto una vertenza,e si presentano da GIANNINO,il prezzo di tutto questo spero che non lo paghiamo tutti noi artri!Indaghiamo su questi incontri che non c'è solo er sellerone.
siete tutti degli infami perchè non siete tutti uniti,quando i pezzi grossi che sono al comando vanno in giro con macchine da cento milaeuro e noi ci moriamo di fame tranne qualche lecca culo che fa ancora gli straordinari.dato che alcuni dicono che siamo statali come mai nessuno ci si incula.Per tanti pezzi di merda spero che chiuda il più presto possibile,tanto ormai siamo nella merda.
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